La nostra era è correntemente denominata Antropocene, a sottolineare come il genere umano sia ormai l’artefice assoluto di tutte le trasformazioni in atto nel e sul pianeta. Globalizzazione, demografia e tecnologia sono le forze primarie che determinano i cambiamenti; le loro interazioni originano fenomeni che hanno già sconvolto il presente e avranno pesanti conseguenze sul futuro dell’umanità.
I risultati di tali interazioni sono ad esempio: nuovo quadro geo-politico mondiale; cambiamento climatico; futuro del lavoro; urbanizzazione; distruzione dell’ecosistema; nuovo sistema “salute”, etc. In ogni caso, al di là delle implicazioni nei settori specifici, l’umanità fatica a confrontarsi con le nuove situazioni che ha creato, soprattutto con quelle risultanti dal progresso tecnologico e specificamente dalle tecnologie digitali.
Alla tavola rotonda hanno partecipato: Maurizio Parini (moderatore), Anna Amati, Stefania Brancaccio, Giacinto Piero Tartaglia, Antonio Vitale.
«Dobbiamo imparare a cavalcare l’inarrestabile onda distruttrice e creatrice della tecnologia». Questa affermazione di Rich Lesser di sette anni fa è quanto mai vera e sempre più attuale nella auspicata rinascita dopo la pandemia. Evidenzia la pervasività tipica dell’acqua (arriva ovunque) e la convivenza di luci ed ombre: distrugge, crea e trasforma più o meno bene o verso il bene o no. Come mai prima d’ora il genere umano è l’artefice di tutte le trasformazioni in atto: globalizzazione, demografia e tecnologia sono le forze primarie che determinano i cambiamenti.
In questo intervento su Presente e futuro delle RSA vorrei riflettere su alcune consapevolezze che sono emerse nel corso della pandemia da Covid-19. Siamo abituati a porci come obiettivo del nostro operare il benessere degli anziani che vivono nelle RSA, ma non basta. Se vogliamo davvero promuovere il benessere dobbiamo allargare il nostro sguardo.
Alle sensazioni che hanno caratterizzato questa esperienza, aggiungerei quella della paura dei medici curanti. Per la prima volta i medici, che per quanto umani e solidali possano essere sono abituati a controllare il rapporto con il malato e la malattia, hanno avuto paura di ammalarsi. Questo è un dato importante perché ha contribuito significativamente al clima di emotiva drammaticità della pandemia.
Lavorando in una ditta di produzione farmaceutica con stabilimenti in tutto il mondo si ha la possibilità di avere una visione particolare di questo periodo di pandemia che ha richiesto sforzi notevoli per soddisfare la domanda di medicinali a livello mondiale.
Alla tavola rotonda hanno partecipato: Alberto Ricci (moderatore), Ferruccio Bonino, Antonio Monteleone, Caterina Podella Turano, Lorenzo Terranova.
La drammatica esperienza del COVID-19 ha portato molti a domandarsi cosa possiamo imparare dalla pandemia per migliorare, almeno un poco, il nostro convivere. L’epidemia senza dubbio ha messo in luce molti punti di debolezza della nostra società e tale consapevolezza offre un’occasione per superarli. Ciò riguarda a maggior ragione il settore in assoluto più coinvolto nell’epidemia, quello della salute.