Giacinto Piero Tartaglia su “Lavoro e tecnologia. Esperienze e implicazioni della pandemia”

La nostra era è correntemente denominata Antropocene, a sottolineare come il genere umano sia ormai l’artefice assoluto di tutte le trasformazioni in atto nel e sul pianeta. Globalizzazione, demografia e tecnologia sono le forze primarie che determinano i cambiamenti; le loro interazioni originano fenomeni che hanno già sconvolto il presente e avranno pesanti conseguenze sul futuro dell’umanità.

I risultati di tali interazioni sono ad esempio: nuovo quadro geo-politico mondiale; cambiamento climatico; futuro del lavoro; urbanizzazione; distruzione dell’ecosistema; nuovo sistema “salute”, etc. In ogni caso, al di là delle implicazioni nei settori specifici, l’umanità fatica a confrontarsi con le nuove situazioni che ha creato, soprattutto con quelle risultanti dal progresso tecnologico e specificamente dalle tecnologie digitali.

Azioni dell’Unione Europea

L’Unione Europea (UE), attraverso le proprie Istituzioni, è stata l’unica entità nel mondo ad aver emesso delle comunicazioni comprensive sul mondo digitale (aspetti tecnologici, economici, legali, sociali, etici, etc. per facilitare lo sviluppo di una economia data-agile).

In merito ai dati, già nel 2013 la Commissione Europea (CE) ha emesso una serie di comunicazioni  sull’accesso aperto, trasparente e gratuito a tutte le pubblicazioni scientifiche risultanti da attività di ricerca e sviluppo finanziate da fondi pubblici europei e sulla disponibilità dei dati correlati (obbligatoriamente a partire dal 2021), in modo da garantire trasparenza, riproducibilità dei risultati, una più veloce penetrazione ed acquisizione dei risultati da parte delle industrie e quindi un maggior impatto economico sui mercati.

Nel periodo 2014-2016, la CE ha pubblicato una serie di ulteriori comunicazioni su: Flusso libero per i dati non personali, Cyber-security Act, Open Data Directive, e il Regolamento Generale per la Protezione dei Dati Personali (GDPR).

Nel 2018, gli Stati Membri dell’UE hanno firmato una Dichiarazione di Cooperazione nel campo dell’Intelligenza Artificiale (IA); la CE ha pubblicato una comunicazione, avente tre obiettivi principali:

  • incremento della capacità tecnologica e industriale europea e assorbimento della IA nei vari settori dell’economia, sia nel settore pubblico che in quello privato. Ciò include investimenti nel campo della ricerca e dell’innovazione e miglioramento dell’accesso ai dati;
  • preparazione ai cambiamenti socio-economici causati dalla IA. Operazioni di modernizzazione del sistema educativo e formazione, sviluppo dei talenti, anticipando i cambiamenti del mercato del lavoro e sostenendo la transizione del mercato del lavoro e l’adattamento dei sistemi di protezione sociale;
  • assicurazione di un adeguato quadro etico e legale, basato sui valori dell’UE e in linea con la Carta dei Diritti Fondamentali, basata sui valori esposti nei Trattati dell’Unione Europea. Ciò include linee guida sui regolamenti esistenti e responsabilità sui prodotti, analisi dettagliata dei problemi che possono generarsi e co-operazione tra tutte le parti interessate (Industria, Stati Membri, Istituzioni Europee) per stabilire delle linee guida etiche.

Nel 2019, la CE ha pubblicato il rapporto “Linee Guida Etiche per una IA Affidabile”. Secondo il rapporto, l’IA deve essere: legale, rispettando tutte le leggi e i regolamenti; etica, rispettando i principi e i valori etici; robusta, sia da un punto di vista etico che sociale. Una IA affidabile deve possedere sette requisiti chiave:

  • supervisione: i sistemi di IA devono assistere le persone, permettendo loro di prendere delle decisioni informate nel rispetto dei loro diritti fondamentali. Appropriati meccanismi di supervisione devono messi in atto, coinvolgendo e ponendo gli esseri umani a capo della gestione e direzione dei processi;
  • robustezza e sicurezza: i sistemi di IA devono essere sicuri e resilienti. Devono assicurare opzioni di emergenza in caso di malfunzionamenti, devono essere accurate, affidabili e riproducibili. Questo è il modo per assicurare che errori involontari siano impediti o almeno minimizzati;
  • privacy e data governance: oltre all’assicurazione del rispetto per la privacy e protezione dei dati, dei meccanismi adeguati di governance devono essere assicurati, che regolarizzino anche l’accesso legittimizzato ai dati stessi;
  • trasparenza: i dati, i sistemi, i modelli (business models) di IA devono essere trasparenti. Dei meccanismi di tracciabilità possono essere di valido aiuto. Inoltre, i sistemi di IA, con i loro algoritmi e processi decisionali devono essere spiegati in un modo confacente alle tipologie di utenti e alle parti interessate. Gli umani devono essere coscienti che stanno interagendo con sistemi di IA e devono essere informati delle capacità dei sistemi e delle loro limitazioni;
  • diversità, non-discriminazione e giustizia: le imparzialità devono essere evitate, anche per via delle loro implicazioni negative multiple, dalla marginalizzazione di gruppi vulberabili alla esarcebazione di pregiudizi e discriminazione. Adottando la diversità, i sistemi IA devono essere accessibili a tutti, indipendentemente dal tale disabilità, e coinvolgere tutte le parti interessate rilevanti attraverso l’intero ciclo di vita;
  • benessere sociale e ambientale: i sistemi di IA devono beneficiare tutti gli esseri umani, incluse le future generazioni. È necessario assicurare, quindi, che essi siano sostenibili e rispettosi dell’ecosistema. Essi dovrebbero tener conto dell’ambiente, inclusi gli altri esseri viventi del pianeta, e l’impatto sociale dovrebbe essere analizzato con cura;
  • responsabilità e rendicontabilità: dei meccanismi devono essere messi in atto per assicurare la definizione delle responsabilità e rendicontrabilità dei sistemi di IA e i risultati da essi forniti. I controlli (auditability) che permettono la valutazione degli algoritmi, dei dati e la progettazione dei processi giocano un ruolo chiave, specialmente in applicazioni critiche. Inoltre, dei risarcimenti adeguati e fecilmente accessibili devono essere previsti e garantiti.

Sulla base dei documenti e delle azioni precedenti, il 19 febbraio 2020 la CE ha pubblicato due ulteriori comunicazioni sulla politica digitale (Strategia per i Dati; Libro Bianco sulla IA), ribadendo la volontà di mettere in atto un quadro regolamentare onnicomprensivo. Le misure proposte illustrano una strategia politica ambiziosa: una parte di esse rappresentano l’impegno della Commissione a costruire una Europa adatta all’era digitale, mentre le rimanenti misure mirano a rendere l’era digitale adatta all’Europa.

Obiettivi delle azioni sulle Tecnologie Digitali:

  • far divenire l’Europa un leader digitale affidabile,
  • porre la tecnologia al servizio delle persone,
  • attuare una economia equa e competitiva,
  • costruire una società aperta, democratica e sostenibile,

In particolare:

Strategia per i Dati: l’Europa deve poter diventare un modello (role-model) per una società assistita dai data nel prendere le decisioni migliori nel settore pubblico e nel settore privato (si prevedono volumi di dati pari a 175 ZB nel 2050) in un mercato unico ed equo. Il tutto costruito su un quadro legale concernente la protezione dei dati, il rispetto dei diritti fondamentali, la protezione del consumatore/utente finale, il rispetto delle leggi di concorrenza, la sicurezza, la cyber-security e lo sviluppo di un mercato interno con ditte competitive di varia base industriale – il tutto fondato sui valori europei. Chiunque agisca in Europa deve pagare le tasse e le imposte in Europa e seguire le regole europee. In tal modo si assicurerebbe un ritorno economico dai giganti informatici agli utenti e alle industrie europee e il trasferimento del controllo dati dai detentori del cloud (USA e Cina) all’ Europa (passaggio da un ambiente cloud a una data governance distribuita). Le implicazioni sono molteplici: tassazione digitale, nuova legislazione (Data Act e Digital Services Act); riforma delle regole competitive; impegno a mantenere i dati industriali in Europa. L’UE potrà competere sui mercati attraverso uno spazio (cloud) federato, con spazi per dati in settori chiave (manifatturiero, sanità, mobilità, competenze, energia); open data per istituzioni pubbliche e progetti di ricerca. Il tutto alimentato dalla collaborazione Pubblico-Privato sulla IA per accrescere la conoscenza specializzata nell’UE specificatamente nei campi della robotica e della IA integrata.

IA: il nuovo Libro Bianco sull’Intelligenza Artificiale sulla base di necessità legali, etiche e tecniche per una IA affidabile contempla l’adozione di un quadro regolamentare flessibile, limitato ad applicazioni ad alto rischio in settori quali sanità e salute pubblica, trasporti, polizia e giurisprudenza, focalizzandosi su disposizioni relative alla qualità, tracciabilità, trasparenza dei dati e sulla supervisione umana. Tale quadro regolamentare dovrà essere monitorato e governato attraverso un nuovo corpo reattivo agli sviluppi futuri con il mandato di aggiornare in modo continuo la lista delle applicazioni ad alto rischio (proposta per l’istituzione di una Agenzia europea di robotica e intelligenza artificiale, che guidi e segua gli sviluppi della IA nell’Unione Europea). La Commissione non mira a regolamentare applicazioni di IA senza rischio specifico e sembra intenzionata a tenere a bada regolamenti altamente prescrittivi (adozione volontaria).

Le comunicazioni emesse coprono gli aspetti tecnologici, economici, legali, sociali, etici etc. (ad esempio: linee guida per progettazione, produzione e  utilizzo dei robot, principi atti a regolare autonomia, responsabilità individuale, sicurezza, privacy e consenso informato, benessere e responsabilità sociale, diritti degli anziani e disabili, sistema sanitario, pratiche e codici etici, uguaglianza, inclusione, equità, giustizia, trasparenza, benefici e normazione, protezione dati, diritti di proprietà intellettuale (IPR), precauzione, controllo, supervisione e governance in generale, responsabilità, democrazia, verità, libertà di espressione, salvaguardia da manipolazione, disinformazione, eliminazione degli svantaggi, etc.).

Il tutto centrato sull’uomo e sulla supervisione umana, sulla dignità e centralità della persona umana, sui saldi principi etici presenti nella carta europea dei diritti fondamentali, sui valori europei sui quali sono stati fondati i Trattati EU e infine sulle sfide e sulla accettabilità sociale della digitalizzazione in senso lato. È significativa anche l’attenzione posta sulla formazione specifica (big data, data analytics). La lunga lista di proposte contenute nel Libro Bianco è di fatto una dichiarazione di indipendenza europea per l’epoca digitale, con leva sulle nostre aree di forza che includono ricerca, leadership tecnica in vari settori, un quadro legale/regolamentare solido e una ricca diversità culturale. Tale azione, che fa seguito alla messa in opera del GDPR, già imitato da altri Stati (es. Brasile, Giappone, California) pone l’Unione Europea al centro della regolamentazione (da notare che rappresentanti di diversi governi nel mondo già consultano le Istituzioni Europee per discutere future orientazioni politiche e per ricevere modelli di regolamenti da applicare).

La dichiarazione di indipendenza dovrebbe quindi accrescere il ruolo dell’UE nella costruzione di un sistema globale affidabile piuttosto che limitarsi alla protezione del mercato unico europeo. La strategia europea sarà realmente effettiva se l’Europa riuscirà a rivestire un ruolo pivotale sulla scena mondiale, assumendo un ruolo guida per altri Paesi nella concezione e implementazione di

  • regole comuni per una IA responsabile,
  • un quadro comprensivo sullo sviluppo di infrastrutture digitali affidabili
  • fornitura di aiuti a Paesi in sviluppo affinché possano beneficiare della trasformazione digitale.

Nel 2020, Il Parlamento europeo (PE) ha discusso tre rapporti (maggio 2020) su: IA, responsabilità civile; IA, quadro etico; IPR per lo sviluppo di tecnologie IA. Altri rapporti appena emessi (uso di IA nella educazione, formazione, cultura e audiovisuali, giustizia criminale, uso civile e militare) saranno discussi in seguito..

L’approccio per costruire e mantenere la fiducia verso le potenziali implicazioni della IA. include una consultazione aperta sul Libro Bianco coinvolgendo tutte la Parti interessate: la società civile con il suo impegno critico sui valori guida, l’industria, l’Università etc., in modo tale includere le proposte ottenute ed ottenere finalmente un Nuovo Quadro Europeo Normativo per lo sviluppo legislativo su Sicurezza, Responsabilità, Diritti Fondamentali. La consultazione pubblica è terminata il 30 maggio 2020. Assistenza nello sviluppo delle proposte legislative sarà ottenuto anche da: Gruppo Europeo sull’Etica nella Scienza e nelle Nuove Tecnologie; Agenzia Europea per i Diritti Fondamentali.

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Analisi

L’approccio europeo rimane reattivo, pur trattando una lista comprensiva di componenti del problema, proponendo soluzioni specifiche e mirate nei campi disciplinati per filtrare le positività della trasformazione tecnologica e mantenere un equilibrio tra i diritti e la dignità della persona e lo sviluppo economico.

È un approccio corretto e sicuramente arrecherà benefici a breve termine, cogliendo le opportunità offerte dal mondo digitale.  È probabile che non sia sufficiente a lungo termine. La complessità del problema causato dall’avvento delle tecnologie richiede una analisi più globale e un approccio più radicale e profondo, considerando le possibili derive, l’interazione tra tecnologie e le altre forze dominanti quali globalizzazione e demografia, l’evoluzione del genere umano (sviluppo della società e dell’individuo), e l’intera catena delle interazioni dinamiche tra i vari componenti. Di seguito analizziamo alcuni possibili sviluppi.

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Dalla progettazione del pianeta alla progettazione dell’uomo

L’uomo non si limita a ri-progettare il pianeta (o distruggerlo), ma ha già iniziato a ri-progettare sé stesso. L’interazione e la fusione tra le biotecnologie e le tecnologie digitali indicano la possibilità di creazione di super-uomini attraverso manipolazioni genetiche o utilizzo di robotica e impianti digitali (cyborg) o ricorso a intelligenza artificiale o con varie combinazioni di tutte queste tecnologie. Le macchine future avranno una loro autonomia, saranno in grado di processare algoritmi sempre più complessi, con analisi di milioni di dati per secondo, non solo soppiantando gli umani nelle operazioni più semplici, ma diventando strumenti indispensabili all’umano per il lavoro quotidiano. Potremmo avere

  • una élite di superuomini di lunga vita (le manipolazioni tecnologiche saranno per pochi, in grado di sostenerne i costi) e una moltitudine di emarginati, non in grado di avere un ruolo, una occupazione per mancanza di competenze e senza nessun potere contrattuale,
  • una elite di possessori dei “dati” mondiali, che manipoleranno un mondo di poveri,
  • una società che si affida alla elaborazione dei dati e ai relativi algoritmi per prendere le decisioni, forse un preludio ad una nuova religione emergente, già denominata da alcuni “dataismo” o dittatura dei dati, con processo decisionale affidato completamente agli algoritmi privando l’individuo della libertà di scelta,
  • la convergenza dell’umanità intera in un mondo dove tutto (esseri organici e inorganici) sia completamente collegato e operato in modo collettivo,
  • una combinazione dei punti precedenti.

Possiamo fermare la brama di conoscenza e l’impulso a migliorarci?… considerando la nostra semenza, fatti non fummo a viver come bruti ma per seguire virtute e canoscenza…  Cosa occorre per un utilizzo della tecnologia in modo mirato ed evitare abusi?

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Lavoro

La Rivoluzione Industriale ha portato alla creazione di nuovi modelli di società, lasciandosi alle spalle feudalesimo, monarchie e quanto non adatto a gestire metropoli industriali e la natura mutevole dell’economia. Oggi, la situazione si è stabilizzata in gran parte del mondo e ha consentito una accelerazione dell’economia: il liberismo economico è il modello trainante. Le sfide tecnologiche odierne hanno un carattere molto più distruttivo e tale modello economico non sembra essere adatto al futuro.

Il mondo del lavoro dovrà affrontare cambiamenti radicali in quanto l’IA e tutte le altre innovazioni tecnologiche sostituiranno una parte del lavoro umano, con un impatto sul mondo del lavoro diverso secondo i settori e con variazioni tra il breve e il lungo termine. La riorganizzazione del lavoro e l’utilizzo delle tecnologie digitali possono garantire una produttività maggiore.

Lo sviluppo delle tecnologie digitali, in continua accelerazione, amplifica in modo crescente il bisogno di analisi di complessità e richiede competenze di un grado più elevato e in continuo sviluppo. Alla riduzione di posti di lavoro per mansioni meno specialistiche, si affiancheranno altre e diverse opportunità di lavoro.

Nuovi ruoli e nuove mansioni saranno necessari in discipline complementari e in ruoli orizzontali; risorse che sappiano valutare il quadro tecnologico- etico-sociale-legislativo e guidare lo sviluppo dei cambiamenti. Le discipline sociali, la revisione dei contratti sociali, la necessità di studi comportamentali, antropologici, i meccanismi di controllo e di valutazione, la protezione dei diritti (es. IPR), il rispetto della privacy, richiederanno un aumento delle competenze esistenti e lo sviluppo di nuove. Inoltre tra le abilita’ trasversali dobbiamo annoverare le capacità di reazione, la comunicazione, la soluzione di problemi (problem solving), l’empatia, l ‘intelligenza emotiva e la creatività.

Il rischio sarà quello di amplificare i cambiamenti socio-economici e la differenza tra le classi sociali. Nel mondo futuro il potere della classe lavorativa sarà sempre meno rilevante, in quanto i lavoratori saranno sempre meno indispensabili, almeno per la maggior parte delle mansioni. I contratti sociali andranno rivisti e dovranno considerare le disuguaglianze economiche.

In breve, il modello economico su cui è costruito il mondo odierno dovrà essere completamente rivisto. Come evitare la perdita di posti di lavoro; cosa fare se i nuovi posti di lavoro lavori saranno in numero minore di quelli persi? Sarà necessario elargire un sussidio di base a tutti? Occorrerà rallentare la velocità del cambiamento?  I genitori saranno pagati per accudire i figli? Gli orari di lavoro saranno ridotti? Quali altri scopi e aspettative saranno messe in gioco per gli esseri umani?

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Educazione e formazione

In ogni caso, per consentire alle generazioni future di essere pronte alle esigenze lavorative già del mondo odierno, occorrerà una educazione- formazione appropriata. Nel XXI secolo è stato acquisito il passaggio da “società industriale” a “società basata sulla conoscenza”. La società richiede oggi conoscenza globale e immediata. Non abbiamo bisogno di aggiungere informazioni specifiche a tutte quelle che ci piovono addosso, ma dobbiamo rendere gli allievi di domani pronti a crearsi una loro visione del cosmo (globalità e complessità) in modo che possano prendere decisioni congrue in un mondo mutevole, pieno di informazioni fallaci e super veloce.

Oltre alle informazioni di base potremmo aggiungere lo sviluppo di abilità specifiche (es. in big data; analytics), come illustrato nelle comunicazioni della CE. Tuttavia, l’aspetto formativo/educativo non può limitarsi a questo. Considerando che il futuro è ignoto, che la velocità di cambiamento è in crescendo e che il cambiamento continuo sarà la sola costante, le future generazioni dovranno essere in grado di seguire e anticipare i cambiamenti, comprendere la complessità dei problemi e re-inventarsi continuamente.

L’educazione/formazione dovrà essere completamente rivoluzionata. Dal fornire e acquisire conoscenza si dovrà passare allo sviluppo delle capacità e abilità nell’acquisire queste nuove conoscenze, dalla grande mole di dati e informazioni, orientandosi verso lo sviluppo di Pensiero Critico, Comunicazione, Collaborazione e Creatività: una miscela di attività umanistico-artistiche e scienza, per accrescere le capacità concettuali in grado di guidare i sistemi di collaborazione in una prospettiva creativa (conoscenza condivisa e interattiva). La tradizionale divisione della vita in periodo scolastico e periodo lavorativo sparirà. La gestione del cambiamento continuo (e la durata della vita media estesa) richiederà un processo di apprendimento continuo (life-long learning), lo sviluppo di grande flessibilità mentale e il continuo reinventarsi per l’adattamento a mansioni mutevoli, ai confronti con le macchine dotate di IA, oltre al mantenimento di un sano equilibrio psichico.

In altre parole, il modello educativo dovrebbe essere basato su una piattaforma meno specialistica, coniugando gli aspetti tecnologici con quelli umanistici, sociali, etici, richiamandosi ai valori universali che l’umanità ha cercato di concepire, promuovere e adottare ad oggi e dove lo sviluppo dei processi creativi sia privilegiato. Un cammino formativo dove scienza e tecnologia siano accompagnate dall’arte permetterebbe di affrontare meglio l’evoluzione in atto. Una coscienza del problema e uno sviluppo educativo come citato, sembrano anche essere la migliore premessa per Il coinvolgimento sociale e per rafforzare la nostra resilienza individuale (la resilienza non si impara dai testi).

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Nuova civiltà

Al di là delle conseguenze dirette, l’emergenza COVID 19 ha causato smarrimento, esaltato le disuguaglianze (minoranze soggette al maggior impatto), l’impreparazione, la mancanza di guida (leadership), la scarsa solidarietà e co-operazione tra le varie nazioni, ma anche accelerato i processi decisionali, creato opportunità per i più preparati (ditte ed individui) di organizzarsi meglio, di utilizzare meglio le nuove tecnologie, indicato l’importanza della ricerca, del sapere e della formazione permanente, l’importanza del capitale umano e di classi dirigenti adeguate sia nelle imprese che nel settore pubblico.

In sintesi, l’emergenza che ha fermato il mondo ci ha dato un segnale per ri-definire il futuro, per prendere coscienza di ciò che sta accadendo, invitandoci a riflettere su ciò che è più importante nella vita umana, sulla fragilità dell’ecosistema e quindi a ri-pensare la società, a dare inizio ad una nuova civiltà basata sui valori, per riparare quanto distrutto, a partire dai legami morali, sociali, politici e gestire i cambiamenti con sane politiche e visione collettiva.

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Il pianeta siamo NOI

I cambiamenti non sono pre-determinati. Siamo ancora in grado di scrivere il futuro sulla base della nostra visione collettiva e gestire i cambiamenti con opportune politiche, considerando la complessità e la globalità del problema. Il futuro deve essere costruito gestendo la trasformazione per centrarlo sulla figura umana e renderlo etico, sicuro e rispettoso dei nostri valori fondamentali. La trasformazione sociale potrà essere guidata solo attraverso un approccio multi-dimensionale che consideri gli aspetti etici e sociali, legali, educativi e formativi, economici e la resilienza individuale e collettiva.

Leadership. È necessaria una leadership mondiale. Un mondo globalizzato, con sfide globali ha bisogno di reazioni e di misure globali. Non ci si può proteggere chiudendo i confini e de-globalizzare il mondo.

L’UE potrebbe/dovrebbe rivendicare questo ruolo-guida. L’UE è il miglior esempio di esperimento al mondo di integrazione multi-culturale ed è il miglior esempio di come fronteggiare sfide globali con risposte globali (casi-esempio: nucleare, ecologico, cambiamento climatico). La nostra civiltà europea, ispirata dalla propria eredità culturale, umanistica e religiosa, ha sviluppato valori universali quali democrazia, diritti inviolabili e inalienabili della persona umana, uguaglianza, libertà. L’aver centrato lo sviluppo delle nuove tecnologie digitali sulla figura umana e averlo basato sui diritti fondamentali dell’uomo e sui valori dei Trattati è una premessa eccellente, ma preparare un futuro più “umano” richiede oltre alla riesamina degli aspetti più tecnici (inclusi nuovi modelli economici ed educativo-formativi), anche una profonda conferma della leadership europea. Affinché l’UE non fallisca per problemi di integrazione dovuti a nazionalismi e per fattori esterni (es immigrazione), e possa assumere un ruolo-guida, deve assicurare

Coesione interna. Solo una Europa veramente unita può affrontare le sfide di un mondo sempre meno sicuro. Gli Stati Membri devono rispettare i valori fondamentali dell’UE, devono essere solidali e avere il coraggio di investire per l’Europa, di adottare la verità quale veicolo di coesione ed evitare una visione distorta della realtà. Una Nuova Narrativa è necessaria, che sappia coinvolgere emotivamente tutti i cittadini dell’Unione. I legami delle politiche comuni devono essere rinforzati: Unione Monetaria ed Economica, Politica Energetica, Fiscale, Sociale; Difesa comune; Immigrazione e asilo; Legittimità Democratica delle Politiche Europee.

Cooperazione internazionale. Nessuno è al centro del pianeta. L’Europa deve stabilire co-operazioni globali, elaborare e proporre modelli anche con il coinvolgimento di altre Nazioni (es. l’Inghilterra). Sarebbe dunque necessario avviare cooperazioni a vari livelli, per uno sviluppo di azioni sinergiche.

Collaborazione e comunicazione. Costruire una rete di collaborazioni più fitta tra le Istituzioni e gli Stati Membri e rendere evidente l’importanza del messaggio Europeista. Ogni cittadino Europeo deve sentirsi Europeo, non solo Francese o Italiano o Tedesco o …

L’individuo. Il ruolo del singolo individuo è fondamentale nel processo di riflessione e creazione di una nuova società ancorata ai valori universali ed etici. Ognuno dovrebbe riflettere sul proprio “essere” e imparare a conoscersi e comprendere quale può essere il proprio ruolo e lo scopo nella vita, come darle significato.  Vivere nel XXI secolo richiede resilienza: dalla conoscenza e fiducia in sé l’intero processo che contempla la prevenzione, l’anticipazione, la preparazione, l’adattamento e la trasformazione può essere soddisfatto. L’individuo può cercare aiuto nella famiglia, nucleo fondamentale per il benessere globale dell’individuo, dove valori che non hanno prezzo come moralità, lealtà, dignità, onore, amore sono coltivati; nelle comunità intorno a lui, dove ogni singolo ha la sua identità e i suoi desideri e bisogni sono ascoltati; nella religione, con il suo messaggio generale di solidarietà e di curarsi del prossimo.

Solo uno sforzo congiunto, sinergico, e “globale” dall’individuale al collettivo potrà essere efficace per realizzare una nuova società, centrata sulla figura umana e la sua identità, i valori etici, sociali e gli altri valori fondamentali.

Giacinto Piero Tartaglia

libero professionista in Gestione della conoscenza, Evoluzione tecnologica ed Etica

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