Lo smart working (o lavoro agile) entra nell’ordinamento italiano con la Legge n.81/2017 che lo definisce a partire dalle caratteristiche di “flessibilità organizzativa” e “accordo volontario tra le parti” e si fonda sulla possibilità di utilizzare strumentazioni che consentano di “lavorare da remoto”.
Per questo motivo spesso si è fatta confusione tra smart working e telelavoro, ma vale la pena sottolineare che si tratta di due concezioni diverse.
La traduzione più appropriata di smart working sarebbe “lavoro agile” e non “telelavoro”. Questo da subito ci mette di fronte ad una differenza sostanziale: mentre in regime di smart working gli orari sono flessibili, in modalità di telelavoro gli orari sono fissi; se nel caso dello smart working la postazione non deve essere sempre la stessa, in caso di telelavoro la postazione è fissa, anche se in un luogo diverso da quello dell’azienda o dell’organizzazione; dal punto di vista legislativo, poi, la Legge n.81/2017, sta alla base della normativa sullo smart working (anche se durante la pandemia da Covid-19 la normativa si è di certo ampliata), mentre l’accordo che definisce i termini del telelavoro è l’Accordo confederale del 9 giugno 2004.
Agli smart worker (o lavoratori agili) devono essere garantite tutte le modalità di trattamento sia dal punto di vista economico, che dal punto di vista normativo, degli altri lavoratori (per esempio in caso di malattia, infortuni…).
Probabilmente il tema dello smart working è esploso, in un contesto e con delle caratteristiche del tutto errate, con la pandemia da Covid-19, per cui si è confuso, in un primo momento, lo smart working vero e proprio con il lavoro da remoto (work from home), peraltro in emergenza e forzato di quei mesi, e questo ha generato difficoltà non solo per i lavoratori coinvolti, ma anche per le aziende e le organizzazioni non ancora pronte ad affrontare un simile cambiamento.
Questo mette a fuoco, da una parte, la necessità di ri-scoprire il valore da dare al lavoro senza dimenticare la centralità delle relazioni che “solo” una modalità di lavoro in presenza può offrire e d’altra aprte, la necessità di definire all’interno delle aziende e delle organizzazioni i cambiamenti organizzativi che sottendono alle diverse modalità di lavoro.
Per gli smart worker e per le aziende/organizzazioni non è solo necessario avere a disposizione una postazione adeguata al lavoro agile, ma un’organizzazione interna che supporti qualsiasi modalità di lavoro, mantenendo sempre al centro del cambiamento le persone. Queste ultime sono chiamate non solo ad adeguare i propri comportamenti e le proprie competenze ai cambiamenti in atto, ma vanno messe nelle condizioni di farlo all’interno di un disegno strategico più ampio, che tenga conto di tutte le variabili coinvolte in ogni processo.
Anche lo smart working rientra nelle politiche di welfare aziendale, a sostegno della conciliazione famiglia-lavoro e sotto alcuni punto di vista nell’ambito specifico della corporate family responsibility.
All’interno di questo sito sono presenti numerosi approfondimenti sullo smart working. Segnaliamo in particolare:
- Rivoluzione “Smart” a lavoro: con le relazioni al centro
La relazione al centro nella società della prestazione in una nuova organizzazione del lavoro dopo lo sviluppo dello smart working post-pandemia. - Smart Working: «… E io pago!»
Sul “lavoro da remoto forzato” durante la pandemia da Covid-19 e sui costi sostenuti da chi lo pratica. - Lo smart working tra eterogenesi dei fini e nuovi modelli di governance
L’esperienza dello smart working dopo la pandemia da Covid-19: da opportunità per pochi a diritto per tutti? - Linee guida per l’applicazione dello smart working
Un progetto per supportare la transizione verso un modello di smart working nelle imprese no profit. - Misurare i benefici dello smart working
L’esperienza di un’azienda che ha iniziato a misurate i benefici dello smart working a sostegno della conciliazione famiglia-lavoro. - Lavoro e lavoratori/trici “smart”
Un evento sullo smart working per valutare gli impatti su management, lavoratori e lavoratrici, famiglie e territorio. - Smart working: tra vita privata e azienda
Il caso di un’azienda che attraverso lo smart working ha cercato di agevolare il work-life balance e di migliorare l’organizzazione del lavoro. - Smartworking: soddisfazione e variabili
Un caso aziendale in cui la soddisfazione verso lo smartworking è risultata correlata con il grado di efficacia e fruibilità dei processi.
I Quaderni della Fondazione Marco Vigorelli affrontano, con numeri monografici, i temi della Conciliazione Lavoro Famiglia e i diversi ambiti della Corporate Family Responsibility
- Lavoro e lavoratori/trici “smart”
Lo smart working come processo di cambiamento, tra effetti positivi e negativi, tra impatti sulle aziende e sulle organizzazioni e sui dipendenti. - Comunità che conciliano
Promuovere e coltivare nelle “comunità” in cui si vive, tra aziende e territori, tra locale e globale, la competenza di conciliare che si impara in famiglia. - Tempi di vita e di lavoro tra legge e contrattazione collettiva
La contrattazione collettiva aziendale come sostegno agli strumenti di welfare aziendale presenti a livello legislativo e di contrattazione collettiva nazionale. - Tecnologie digitali, Intelligenza Artificiale e conciliazione famiglia-lavoro
La correlazione tra tecnologie digitali, Intelligenza Artificiale e conciliazione famiglia-lavoro: sfide del lavoro e della famiglia nel futuro. - Lavoro, famiglia e conciliazione di fronte alle sfide del virtuale
Un importante cambiamento sociale che influenza il lavoro di tutti e in particolar modo il dove e il come ci relazioniamo nel lavoro.
Bibliografia
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Fondazione Marco Vigorelli (2017), Good practices di conciliazione lavoro famiglia e welfare aziendale. Un progetto pilota.
Malferrari S. (2020), Famiglia e welfare. Esperienze e implicazioni della pandemia, Fondazione Marco Vigorelli.
Mapelli, A., Boccardo, D., Lo smart working nel Davines Village, «Quaderni FMV Corporate Family Responsibility», 2, Fondazione Marco Vigorelli, Milano.
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