Una vita più orientata alla famiglia

L’esperienza che stiamo vivendo è molto formativa… in quanto richiede di affinare ancor più l’equilibrio tra lavoro e vita privata, che ovviamente, diventano ancor più “elementi comunicanti”.

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Io e mia moglie, entrambi in smart working e genitori di due bimbi di 6 (femmina) e 3 (maschio) anni, dobbiamo cercare – ricoprendo entrambi ruoli direttivi/manageriali – di essere produttivi per le rispettive aziende senza dimenticare di dover anche essere compagni di giochi dei due figli che (poverini!) hanno necessità di sfogo non potendo uscire di casa da lungo tempo e non avendo altri compagni di gioco.

Cerchiamo quindi di organizzare al meglio il lavoro, pianificando pause-gioco nelle quali, a turno, cerchiamo di coinvolgere i figli in svariate, seppur molto semplici, attività. Di fatto, ci accorgiamo che ai bimbi basta sentirsi considerati per essere felici e, lato nostro, le suddette piccole pause, servono per godersi – come non sarebbe possibile in un regime lavorativo “normale” – la compagnia dei figli, staccando dall’attività per qualche minuto per poi riprenderla con animo più rilassato e, quindi, produttivo. Chissà che questo periodo di smart working forzato non ci conduca tutti verso una nuova consapevolezza… e non ci faccia vedere la vita in un’ottica più orientata alla famiglia. Senza compromettere la produttività lavorativa. Spero che le aziende aprano gli occhi… si può trovare un nuovo equilibrio nelle vite di tutti.

Roberto