Una lettura di Captain Fantastic
Ben è padre di sei figli, cresciuti da lui e sua moglie Leslie con un’educazione alternativa e anticonvenzionale. Dormire sotto le stelle o dentro un autobus (soprannominato “Steve”) e a contatto stretto con la natura: addestramento tutti i giorni, persino con la pratica di sport estremi, la caccia per procurarsi il cibo, lo studio a casa. È per il funerale della mamma, affetta da bipolarismo e ricoverata da tempo in una clinica, che la famiglia si mette in viaggio, entrando e scontrandosi con il mondo reale.
Quale è la missione di un buon padre? Quale la sua responsabilità? Insegnare ai propri figli quello che si ritiene giusto, la propria “filosofia” di vita, anche se questo vuol dire, estremizzando, allontanarli dalle convenzioni sociali e da ciò che definiremmo “integrazione”? Queste domande che a un primo impatto sembrano avere risposte semplici, in realtà nascondono tematiche molto attuali.
Candidato ad un premio Oscar, un Golden Globe e un David e premiato al Festival di Cannes, Captain Fantastic è un film che presenta a livello tecnico alcuni difetti, in particolare nell’ultima mezz’ora. Ad un inizio accattivante (in piena foresta nordamericana) e uno sviluppo interessante, corrisponde un finale un po’ semplicistico e perfino frettoloso, tutto d’un tratto sembra che la storia acceleri, arrivando ad una risoluzione piuttosto velocemente quando forse bastava anticipare alcune svolte della storia, per godersi gli eventi che ne sarebbero conseguiti.
Perché allora recensire un film con qualche difetto, invece che un masterpiece? Perché portarlo come “consiglio di visione”?
Se non dovesse bastare il fatto che abbia ricevuto diversi riconoscimenti (non sempre garanzia, è vero) risponderemo che, scrivendo per una Fondazione che tratta di Conciliazione Lavoro-Famiglia, siamo sicuri che i lettori saranno sensibili al tema affrontato dal film. Perché il maggior pregio di Captain Fantastic, più che la sua costruzione drammaturgica, è la tematica che affronta: la paternità, problematizzata in maniera piuttosto profonda e non scontata.
Prima e quasi unica caratterizzazione di Ben, il personaggio di Viggo Mortensen, assoluto protagonista del film, è l’essere un padre, che deve fare i conti con il fatto che il proprio sistema educativo, che sembra definirlo totalmente, venga messo in discussione, e addirittura rischi di sgretolarsi.
E proprio riguardo a questo, sarebbe interessante capire cosa pensino gli spettatori/genitori, quanti padri si immedesimerebbero in lui, che ama profondamente i suoi figli, si sacrifica per loro, sta attentissimo alla loro educazione…
Anche se… in effetti…
E allora apriamo pure al dibattito.
Captain Fantastic
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Regia di Matt Ross; con Viggo Mortensen George MacKay, Samantha Isler, Annalise Basso, Nicholas Hamilton USA 2016.
Elementi problematici per la visione: un nudo integrale maschile.
Maurizia Sereni
Story Editor