Autori e curatori: Marco Vigorelli
Contributi: Michel Albert, Roberto Artoni, Lino Benassi, Franco Bruni, Federico Butera, David De Rothschild, Ennio Doris, Luigi Guatri, Charles Handy, Emma Marcegaglia, Giandomenico Picco, Alessandro Profumo, Mario Resca, Carlo Salvatori, Silvio Scaglia, Claudio Scardovi, Marco Vitali
Collana: Assoconsult, edizioni Franco Angeli, 2000
Argomenti: principi economici, istanze etiche
Esiste un modello economico europeo? Esiste una versione europea dell’economia di mercato? Quali ne sono i vantaggi distintivi e quanto pesano nel confronto con il modello americano e con quello anglosassone?
Il nuovo aggregato economico che chiamiamo Europa deve oggi confrontarsi con alcune importanti scelte di campo per identificare una propria strategia competitiva nello scacchiere economico internazionale.
Da un lato il modello shareholder, dominante nei mercati anglosassoni, costituisce il corollario di uno Stato liberista, dove le imprese competono sui mercati dei capitali per attingere risorse finanziarie indispensabili al loro funzionamento e dove la remunerazione degli azionisti finisce con il costituire l’obiettivo prevalente dell’impresa.
Dall’altro lato, il modello stakeholder, un’esperienza radicata con successo in diverse comunità economiche dell’Europa continentale (Valle del Reno e Distretti Industriali Italiani), dove, pur in un contesto di libero mercato, lo Stato si riserva un ruolo di garante dell’equilibrio del sistema e le imprese riconoscono e apprezzano nell’ambito dei processi di governance il contributo e le istanze di tutti coloro che contribuiscono alla generazione del valore (non solo per gli azionisti, ma anche per i clienti, per i dipendenti, per i partner industriali e la comunità più estesa) che si configura quindi come l’obiettivo prevalente dell’agire d’impresa.
Questo è l’aut-aut sul quale sono stati chiamati a riflettere in questo libro autorevoli studiosi e uomini d’impresa di successo. Mettendo a confronto scenari macroeconomici e concezioni dell’impresa, principi economici e istanze etiche. Per tracciare una via europea al mercato, che non ne pregiudichi le esperienze di successo, ma le rilanci come un vantaggio distintivo inimitabile.
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