Il consumo delle famiglie tra Italia ed Europa

Un confronto per nulla facile.

Le famiglie. Reddito, consumi, povertà e carico fiscale in Italia e in Europa, è il titolo di un paper pubblicato da Tommaso di Nardo e Paola Samà agli inizi del 2017, e che prosegue un lavoro iniziato anni fa sul tema della fiscalità nella famiglia. in questo caso l’analisi è stata estesa al confronto con il panorama europeo.

In questo paper si analizza l’anno 2015, che oggi è una delle basi su cui si concentrano le riflessioni all’ordine del giorno in tema di fiscalità.

Abbiamo chiesto a Tommaso di Nardo, ricercatore dell’area “Economico-Statistica” della Fondazione Nazionale dei Commercialisti, di commentare insieme a noi questi risultati, anche alla luce del dibattito contemporaneo.

Di seguito riportiamo l’intervista.

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FMV: I dati analizzati in questo paper sono di due tipi: Eurostat e Istat. È la scelta di campo che consente di analizzare i diversi paesi e le diverse strutture familiari?

TdN: Per la verità abbiamo utilizzato anche dati Oecd e Banca d’Italia. In particolare, i dati Oecd permettono di effettuare confronti tra paesi in relazione al cuneo fiscale, uno degli indicatori più importanti per studiare il diverso peso fiscale sulle famiglie a livello internazionale. I dati Eurostat, invece, sono più completi e consentono una serie di comparazioni europee molto significative a partire dai redditi familiari oltre che per la popolazione e le strutture familiari, anche se esistono alcune differenze di metodo con i dati Istat che, però sono molto utili per approfondire il tema nei minimi dettagli.

 

FMV: Il paper si apre con la domanda fondamentale: che cos’è una famiglia? Secondo Lei rispondere a questa domanda significa andare a guardare prima di tutto al fenomeno?

TdN: È stato uno degli aspetti più difficili da studiare. Purtroppo non esiste una definizione univoca di famiglia generalmente accettata. Le complicazioni analitiche sono molto serie sul piano statistico, poiché il diverso modo di concepire la famiglia e le relazioni familiari si riflette sul modo di osservare e misurare il fenomeno. Questo può creare problemi in fase di comparazione internazionale. Basti pensare, che secondo i regolamenti anagrafici, le persone sole rappresentano una famiglia, in senso anagrafico s’intende. Pertanto, il numero totale di famiglie tiene conto anche di questo. Perciò, nello studio sulle famiglie, abbiamo provato a focalizzare l’attenzione sul nucleo familiare, cioè su famiglie composte da genitori e figli.

 

FMV: Da cosa è stata dettata la scelta di concentrare l’analisi sulla famiglia con un solo nucleo?

TdN: In verità, ciò è dipeso essenzialmente dalla volontà di escludere dal novero le famiglie con più nuclei al proprio interno. Le statistiche riportate nel documento tengono conto, in parte, anche dei single.

 

FMV: “Una delle dirette conseguenze dell’incremento della popolazione, è stata un aumento nel numero delle famiglie”, leggiamo nel paper. La famiglia, in Italia soprattutto, ma anche in Europa, è l’antidoto alla crisi demografica, secondo Lei? 

TdN: L’aumento delle famiglie non è dipeso in maniera lineare dall’aumento della popolazione, ma dal fatto che negli ultimi decenni è diminuito il numero medio di componenti per famiglia. Sono aumentate le famiglie unipersonali. Ciò ha determinato, unitamente all’aumento della popolazione, una forte crescita del numero di famiglie. Tra il 2005 e il 2015, in Europa, il numero di famiglie è passato da 195 a 219 milioni. La dimensione media è 2,3, mentre in Italia è 2,4. In Europa, le famiglie con uno o due soli componenti sono il 63,6% del totale, mentre in Italia lo stesso dato si ferma al 59,4%.

 

FMV: Reddito famigliare e carico fiscale: chi sta meglio e chi sta peggio in Europa? E perché?

TdN: I redditi familiari medi, secondo i dati Eurostat, sono particolarmente elevati in Danimarca e Svezia. In particolare, la Svezia è il paese a far registrare la crescita maggiore nel quinquennio. In generale, i paesi dell’Europa dell’est presentano i redditi più bassi. La Bulgaria, con un reddito medio di 4.093 euro a famiglia è il paese con il livello più basso. La Grecia è il paese che ha subito il calo maggiore nel quinquennio. Anche Spagna, Portogallo e Italia presentano un calo della media nel quinquennio. È evidente che la crisi ha colpito maniera particolare i paesi con la struttura economica più debole e quelli con il debito pubblico più elevato. Purtroppo, la crisi ha anche portato un aumento generalizzato e diffuso del carico fiscale sulle famiglie che ha pesato maggiormente sui nuclei con un solo genitore e sui single, cioè sulle famiglie unipersonali. Ad esempio, l’Italia presenta un carico fiscale molto elevato, vicino a quello dei paesi scandinavi dove, come è noto, i livelli di welfare e di protezione sociale sono più elevati.

 

FMV: La situazione fiscale dell’Italia dipende molto dal lavoro e dalle spese fondamentali (casa, acqua, elettricità, gas…): due variabili che purtroppo non hanno una soluzione immediata nel “solo” nucleo familiare.

TdN: La crisi si è riflessa in un calo del 7% circa della spesa media familiare in Italia tra il 2007 e il 2013. Il calo ha colpito in modo particolare gli arredi, i servizi, l’abbigliamento e le calzature, mentre non ha interessato le spese per l’abitazione, l’elettricità e il gas. Le famiglie con un numero maggiore di componenti e con livelli medi di spesa familiare più elevata hanno sofferto di più.

 

FMV: Povertà e disuguaglianza: oggi, la lotta delle famiglie è soprattutto in questi due ambiti? 

TdN: In seguito alla crisi, gli indici di povertà hanno misurato un ampliamento dell’area della povertà che ha interessato progressivamente negli anni un maggior numero di famiglie e colpito in maniera maggiore le famiglie più numerose e quelle che vivono nelle regioni meridionali. L’Italia, con il 26,7%, presenta il sesto livello più alto di cuneo familiare in Europa, ma, soprattutto, presenta un differenziale con il cuneo fiscale dei single, 9,1% nel 2015, più basso della Germania: 9,2 punti contro 15,5. Inoltre, nel 2015, è aumentata di 0,3 punti mentre la pressione fiscale complessiva sulle famiglie. È evidente come la situazione fiscale della famiglia italiana tenda a peggiorare, soprattutto rispetto ai single, nonostante il sistema di detrazioni fiscali a favore delle famiglie numerose.

 

FMV: Avete in programma un aggiornamento di questo paper?

TdN: La condizione economica delle famiglie italiane è un tema di straordinaria importanza per comprendere lo stato di salute dei contribuenti italiani. Continueremo a dedicare ad esse un’attenzione particolare. Certamente, aggiorneremo a breve il documento pubblicato a inizio anno.