Un elemento cruciale per capire il lavoro in Cina è il fatto che negli anni Ottanta c’è stata una scelta politica epocale che ha trasformato milioni di contadini in operai migranti, cioè in persone che lasciavano la propria provincia (ndr. ogni provincia in Cina ha dimensioni come quelle dell’intera Italia, o maggiori) per andare a lavorare lontano da casa.
Nella cultura tradizionale cinese prevale una visione “telescopica” della famiglia intesa come lignaggio che inanella un’ininterrotta successione di generazioni, quindi risulta prevalente l’enfasi sull’asse verticale delle relazioni, tra figli e genitori, piuttosto che su quello orizzontale (la coppia).
Oggi la cultura del lavoro, dati anche i processi migratori e di globalizzazione, rappresenta, per una buona fetta di africani, lo strumento chiave per favorire integrazione, inclusione sociale ed economica. È centrale nella vita di una persona a tutte le latitudini: definisce identità, status sociale, ruolo e percorso di vita.
La concezione e la cultura di famiglia varia da stato a stato dell’Africa. Il nucleo principale della famiglia è fondato dalla mamma e i suoi figli, i padri non hanno né un ruolo educativo, né un ruolo di cura, si limitano a garantire la sussistenza economica della famiglia. I figli concorrono alla sussistenza della famiglia di origine, anche una volta che se ne sono distaccati.
Ecco la seconda parte dell’intervista a Silvia Maestri, Culture Manager/HR, Stantec, con la quale abbiamo parlato di relazione, persona al centro, performance e leadership, genitorialità e conciliazione famiglia lavoro ai tempi del Covid-19, ma non solo.
Con Silvia Maestri, Culture Manager/HR, Stantec, abbiamo parlato di relazione, persona al centro, performance e leadership, genitorialità e conciliazione famiglia lavoro ai tempi del Covid-19, ma non solo. Ecco la prima parte dell’intervista.