La robotica industriale e sociale per Maria Chiara Carrozza

Opportunità o minaccia?

I robot e noi (Il Mulino Arel, pp. 100, 2017) di Maria Chiara Carrozza, scienziato prestato alla politica e alle istituzioni, tratta, come lei stessa afferma, di «un viaggio nella robotica ma descrive anche la robotica in viaggio verso la sua evoluzione da industriale a sociale». La Carrozza definisce questo viaggio come una tappa intermedia nel suo percorso di studio “pratico”, tappa percorsa da chi, come ex ministro dell’Istruzione, aspira «a un Italia culla di fermenti culturali, scientifici e tecnologici, non certo ridotta a mercato per i profitti degli altri». L’autrice sente la necessità di “investire in formazione” e il compito a casa è chiaro e semplice: «è necessario studiare e prepararci per non rimanere sorpresi nella nostra arretratezza, soprattutto essere sempre motivati nel nostro desiderio di divenire protagonisti creativi».

Pagine appassionate, che valgono come supporto sia per gli studiosi e gli scienziati – oscillanti tra il fascino della scienza, la passione per la tecnologia e il desiderio di diventare produttori e imprenditori –, sia come testimonianza sincera di un percorso di formazione che si contraddistingue per il tratto dell’umiltà e del rispetto.

 

Rischi e opportunità

Carrozza sviluppa il desiderio di un’Italia che sappia valorizzare sempre di più le sue potenzialità, perché di fronte alla “rivoluzione delle macchine” le possibili reazioni sono almeno due: il rifiuto attivo o passivo e il «voler essere parte attiva del processo in corso». Di fronte a una rivoluzione industriale in cui le macchine intelligenti entreranno nella società, coadiuvando e addirittura sostituendo i lavoratori nel produrre servizi importanti come quelli alla persona, il rischio potrebbe essere quello che siano escluse, e per nulla coinvolte, intere classi di lavoratori e categorie di persone; l’opportunità è che questo cambiamento rappresenti una “discontinuità storica”, che consenta ai robot di uscire dalle fabbriche e di entrare nella nostra società per operare in mezzo a noi. Un cambiamento radicale del sistema economico, insomma, che potrebbe portare la robotica e l’intelligenza artificiale a diventare tecnologie abilitanti per il futuro solo se sapranno cogliere le sfide di contesto legate ad aspetti sociali, legali e morali, ma anche alle richieste, sempre più pressanti, della sostenibilità economica, energetica e ambientale.

 

Robotica umanoide e integrazione uomo-macchina

Dalla robotica industriale alla robotica che entra nella società, la Carrozza delinea anche l’esempio della robotica umanoide sviluppata dal Giappone, nata per combattere il problema dell’invecchiamento e della chiusura della popolazione.

La visione ottimistica per la quale il concetto di robot si evolve nella sua superiorità rispetto alla somma delle parti, è la sintesi possibile solo a partire dalla interdisciplinarietà, o meglio da quella che l’autrice definisce “antidisciplinarietà”: un salto di qualità coraggioso, che comporti la rottura delle barriere e delle differenze intersettoriali, nell’ottica di una prospettiva comune.

Altro tema è quello dell’integrazione tra uomo e macchina, dove l’uomo è sia lavoratore, sia colui che si serve e convive con la macchina. Ciò che deve cambiare nella Quarta rivoluzione industriale è proprio il rapporto robot-persona in una migrazione dei robot dalla produzione industriale al terziario e ai servizi.

Dalla parte delle scienze umane e sociali, la sfida è capire e analizzare la trasformazione che stiamo vivendo. Se in una prospettiva antropologica l’obiettivo dell’utilizzo dei robot può essere quello di superare i limiti dell’uomo, vale la pena sottolineare che «la specializzazione del robot funziona a scapito di una qualità che invece rimane prettamente unica e umana: la versatilità».

 

Limiti spostati in avanti: la tecnoetica

«La robotica, in sintesi, può rappresentare tanto una minaccia – se si pensa alla sostituzione o alla fine del lavoro – quanto una opportunità, perché probabilmente modificherà la quantità e la varietà dei mestieri che potremo svolgere, oppure cambierà la natura umana attraverso la bionica e la neuro-robotica, alterando e potenziando le capacità umane».

Il tema della socializzazione della robotica, al contrario, coinvolge altri ambiti, per esempio quello economico, manageriale e del diritto civile, in cui la rimodulazione dei posti di lavoro è solo una parte della “grande trasformazione”: ne è un esempio il robot sociale che può aiutare un malato a superare i propri handicap.

Tutto questo panorama ci mostra la potenza infinita delle macchine e ci mette di fronte alla possibile frustrazione umana che ne deriva; per questo va enfatizzato ciò che è apparentemente ovvio: i limiti umani non sono mai cancellati dalla ricerca, ma soltanto “spostati in avanti”, grazie a una serie di sistemi, anch’essi finiti e soggetti a imperfezioni, per quanto avanzati e ben progettati.

È chiaro che esiste anche il tema dell’utilizzo della robotica in modo scorretto o malevolo, ma questo si colloca nell’intersezione fra scienza ed etica e viene affrontato nella tecnoetica, che ci aiuta a riflettere sui fini della tecnologia secondo i diversi approcci e le differenti posizioni possibili.

 

Il sogno della neuro-robotica

Quale dunque la finalità della robotica in questo nostro tempo? Forse, sostiene la Carrozza, la sua finalità è l’amore per il prossimo e la fratellanza, «che si può concretizzare con il miglioramento della qualità della vita di un malato e di una persona disabile, il supporto al lavoro di un operaio in fabbrica che svolge un mestiere usurante…».

L’ultima frontiera di cui si parla in questo libro è quella del “robot dentro di noi”, il sogno della neuro-robotica che è rappresentato dalla connessione fra il cervello del paziente e un sistema robotico, ponte e dialogo fra naturale e artificiale.

Per concludere, come progressista quale si definisce, la Carrozza è convinta della necessità di andare avanti nell’integrazione tra robotica, intelligenza artificiale, informatica e tecnologie di comunicazione, ma sottolinea pure lo sforzo cruciale, filosofico e umanistico, che deve accompagnare questi processi, aiutandoci a interpretarne l’impatto su società, umanità, responsabilità etica e civile: «Alla soglia della quarta rivoluzione, abbiamo di fronte a noi una sfida importante di formazione e di ricerca antidisciplinare per la scuola e per l’università e che, se colta fino in fondo, può consentire una transizione della nostra cultura con il rispetto della dignità della persona. Se alcuni mestieri e posti di lavoro verranno cancellati dalla quarta rivoluzione industriale, probabilmente altri ne verranno creati. Se questo però avverrà in misura inferiore o superiore dipenderà anche dalla nostra capacità di comprensione, di anticipazione e dalla nostra abilità di oltrepassare i limiti per trovarne di nuovi nel ciclo della ricerca scientifica. Costruire ponti per estendere la nostra intelligenza. Mi auguro che l’Italia scelga di essere protagonista di questa transizione e per questo sono necessari investimenti nell’educazione, nella ricerca e nella formazione avanzata».

Giovanni Bianchi

 

Suggerimenti bibliograficidi approfondimento

– Luciano Floridi, La quarta rivoluzione. Come l’infosfera sta trasformando il mondo, Raffaello Cortina Editore, 2017.

– Franklin Foer, World Without Mind. The Existential Threat of Big Tech, Penguin Random House, 2017.

– Martin Ford, Il futuro senza lavoro. Accelerazione tecnologica e macchine intelligenti. Come prepararsi alla rivoluzione economica in arrivo, Il Saggiatore, 2017.

– Adam Greenfield, Tecnologie radicali. Il progetto della vita quotidiana, Giulio Einaudi Editore, 2017.

– Jerry Kaplan, Le persone non servono. Lavoro e ricchezza nell’epoca dell’intelligenza artificiale, LUISS University Press, 2016

– Jerry Kaplan, Intelligenza artificiale. Guida al futuro prossimo, LUISS University Press, 2017.

– Ayesha Khanna, Parag Khanna, L’età ibrida: il potere della tecnologia nella competizione globale, Codice Edizioni, 2012.

– Peter Lacy, Jakob Rutqvist, Circular economy. Dallo spreco al valore, Egea, 2016.

– Kate Raworth, L’economia della ciambella. Sette mosse per pensare come un economista del XXI secolo, Edizioni Ambiente, 2017.

– Alec Ross, Il nostro futuro. Come affrontare il mondo dei prossimi vent’anni, Feltrinelli, 2016.

– Nick Srnicek, Capitalismo digitale: Google, Facebook, Amazon e la nuova economia del web, LUISS University Press, 2017.