Inside out: la famiglia è “un’isola”

Il 16 settembre è uscito il nuovo lungometraggio animato della Pixar, immediatamente campione di incassi in tutto il mondo. Cosa c’è dietro questa nuova creazione?

Riley ha undici anni ed è una bambina vivace e allegra, cresciuta da due genitori che la amano profondamente. Ama l’hockey, è circondata da amiche e ha una dose di “stupidera” che le permette di ridere e trovare il bello in ogni situazione.

Nel quartier generale della sua mente convivono le sue emozioni principali: Gioia, l’emozione dominante, Rabbia, Disgusto, Paura e Tristezza. Grazie a loro Riley affronta le difficoltà della vita, si tiene lontana dai pericoli e soprattutto acquista nuovi ricordi, i più importanti dei quali formano le “isole della personalità”: Famiglia, Amicizia, Onestà, Sport e “Stupidera”, appunto.

Ma è quando, a causa di un incidente, Gioia e Tristezza si perdono nei meandri della mente di Riley con i suoi ricordi fondamentali che cominciano i problemi: il mondo interiore della bambina si frantuma piano piano, distruggendo ad una ad una le isole della personalità, e quindi le sue sicurezze. Per le due emozioni, ma soprattutto per Gioia, è fondamentale riuscire a raggiungere il Quartier Generale e rimettere le cose a posto, o Riley non potrà mai più essere felice.

Con Inside Out, ultima fatica della Pixar, veniamo introdotti nei meandri della mente e delle sue caratteristiche proprie, normalizzate in un mondo perfettamente riconoscibile a grandi e piccini: dall’archivio della memoria a breve termine (un grande meccanismo di palline colorate), alle sale del pensiero astratto, dal regno della fantasia, agli studios dei sogni, al bosco dell’inconscio che nasconde le paure più recondite, fino alla discarica, dove i ricordi inutili vengono gettati per essere dissolti e dimenticati per sempre.

Dal punto di vista grafico gli story artist della Pixar sono riusciti a creare ancora una volta un mondo complesso nuovo e credibile, con una resa grafica semplice e immediata anche ai bimbi più piccoli.

La storia, invece, è più adulta. La mancanza di veri e propri personaggi di alleggerimento e la complessità del mondo trattato richiede lunghe spiegazioni e rende la storia a tratti un po’ cerebrale.

Ma diversi sono gli aspetti che rendono questo cartone un capolavoro, dalla sapiente ricostruzione della mente alla tematica sottesa dal film: non ci sono emozioni o situazioni completamente negative, così come non si deve evitare a tutti i costi le esperienze dolorose.

La protagonista del cartone è infatti Gioia, l’emozione che, convinta di avere sulle spalle la vita e la felicità di Riley, si renderà conto dell’importanza delle sue compagne. Perché una personalità serena e adulta ha un sistema sfaccettato di emozioni che si mescolano e si fondono, creando sfumature che permettono di rapportarsi ad una realtà complessa.

In particolare, il percorso di Gioia è quello di capire l’importanza della sua “nemesi”, Tristezza, vista qui non solo come un’emozione negativa, ma come l’unica in grado di creare Empatia; è proprio Tristezza infatti a donare la capacità di avvicinarsi all’altro, riconoscerne la sofferenza e costruire legami profondi. Non per niente è Tristezza/Empatia a controllare il Quartier Generale della mente della mamma di Riley, la prima capace di accorgersi se c’è qualcosa che non va nella figlia (l’emozione principale nel Quartier Generale del papà è invece Rabbia, nella sua versione più stemperata di borbottii paterni).

Perché un’altra grande protagonista, nonché base e fondamento della vita di Riley, è proprio la famiglia: la prima isola della personalità a formarsi, l’ultima a sgretolarsi e quella dalla quale dipende la sua vera serenità, la Famiglia subisce e affronta il cambiamento della bambina, per uscirne più forte di prima. E in questo Inside Out dice una grande verità: la solidità dei legami famigliari è quella pietra miliare che ci permette di affrontare la realtà e di creare personalità forti ed equilibrate.

E questo con i conflitti o le incomprensioni che possono esserci, che, lungi dal distruggere tutto quello che si è costruito, lo trasformeranno in qualcosa di più complesso e più vero.

 

di Maurizia Sereni

Story Editor