Fiscalità della famiglia

Marco Vigorelli all’inizio degli anni Duemila, si stava interrogando sull’impatto, che il livello di tassazione genera sulle famiglie e sulle sue dimensioni, che disabituano sempre di più l’uomo a ragionare in termini distributivi. Questa domanda ci ha spinti ad analizzare il tema della fiscalità della famiglia che negli ultimi mesi è stato al centro di un tavolo di lavoro dell’Osservatorio nazionale sulla famiglia presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Imposizione fiscale e solidarietà
Una riflessione a voce alta, non so se esista documentazione scritta su questo tema, che Marco Vigorelli condivise più volte riguardava il tema dell’eccesso di imposizione fiscale specie per le persone fisiche che caratterizza l’Italia da ormai parecchi anni.

Le conseguenze economiche e sociali di un’imposizione eccessiva toccano molti temi:

  • l’idea di uno Stato ingiusto che amministra male e che scarica sui cittadini le proprie incapacità e genera così l’idea di una necessaria autodifesa fiscale che giustifica l’evasione e l’elusione;
  • la riduzione della propensione agli investimenti (il rischio è tutto personale mentre i ritorni sono fiscalmente condivisi);
  • lo scarso interesse per i ceti medi a impegnarsi per progressioni di carriera molto onerose, ma con ritorni economici esigui a causa di imposizioni di fatto superiori al 50% per i redditi incrementali ottenuti.

Considerazioni molto diffuse che si affiancavano al senso civico, molto forte in Marco, in merito al dovere di rispettare le leggi dello Stato e la necessità di redistribuire i redditi tra tutta la popolazione e quindi al rifiuto dell’evasione fiscale nel pieno rispetto di un atteggiamento cristiano verso questi temi. È molto diverso riflettere sui sistemi fiscali ed essere favorevoli a modifiche anche importanti dei sistemi in essere dal sostenere il diritto a non rispettare le norme.

Una sua riflessione che mi appariva, e mi appare ancora oggi più profonda, riguardava un tema che per molti può sembrare quasi un lusso o una forma leziosa per sostenere la riduzione delle imposte. Marco sottolineava che l’eccesso di imposte determina la riduzione dello spazio economico lasciato alle persone fisiche per esercitare forme di redistribuzione spontanea dei propri redditi per oggettiva ridotta disponibilità economica anche per soggetti mediamente agiati rispetto al resto della popolazione.  Marco stesso era ben consapevole che la riduzione delle tasse individuali non si trasforma in modo automatico in una maggiore propensione solidaristica delle persone e spesso neppure in migliore impiego di queste risorse, perché destinate in modo più adeguato e controllato a bisogni effettivi e non mediati negativamente da meccanismi di ripartizione e di impiego burocratizzati ed eccessivamente tortuosi. La Pubblica Amministrazione può essere più efficace e anche efficiente di molte ONLUS od organizzazioni filantropiche.

L’eccesso di imposizione determinava per Marco due ulteriori rischi:

  • quello di ingenerare l’idea che la dimensione solidaristica di tipo economico sia di fatto riservata solo allo Stato rimanendo nella disponibilità individuale il solo volontariato diretto, volontariato realizzato tramite l’impiego del tempo personale, ma senza reali apporti economici;
  • la fiscalizzazione esclusiva della solidarietà economica determina inoltre anche una sorta di deresponsabilizzazione delle persone e delle comunità verso l’impiego della fiscalità stessa. Gli esempi di questa esclusione ed estraniazione sono molteplici e portano ad una sempre maggiore distanza tra cittadino e Stato e tra cittadini e fabbisogni e beni comuni la cui amministrazione è sempre più demandata ad altri (la cura del decoro urbano ad esempio è sempre meno sentita come esigenza comune ma come compito di soggetti pubblici).

Mi sembra di poter dire che secondo Marco, la fiscalità debba sostenere l’amministrazione dei beni comuni e stimolare l’orientamento alla condivisione, ma non debba generare l’idea che assolto l’obbligo fiscale si sia quasi obbligati a non sviluppare forme ulteriori di solidarietà e condivisione economica perché materia elettiva di intervento esclusivo dello Stato.

 

Lucio Fumagalli

Presidente e Founding partner 4changing SpA